UMANESIMO DIGITALE
Dobbiamo essere all’altezza dei problemi che ci ha messo davanti il Covid-19. Saper resistere alla sfida del virus, come stiamo facendo grazie soprattutto al sacrificio ed alla capacità dei professionisti della sanità, ma anche non dimenticare i bisogni di cura e di assistenza di tutti i cittadini in questa fase di lunga emergenza.
Saper guardare avanti, ripensare e riprogettare il nostro Sistema Sanitario Nazionale come nei momenti più alti della storia del nostro Paese, ancora di più avendo a base i bisogni di salute e di cura delle persone e la crescita in equilibrio con la natura e con l’ambiente.
Nel 1947, con l’articolo 32 della Costituzione, si riconobbe “la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”. L’esperienza di questi mesi ci spinge a mettere ancora di più l’accento sulla “responsabilità sociale verso la collettività”; sulla salute anche come “bene comune” per la crescita ed il benessere della società.
Nel 1978 con la istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, si dette attuazione al dettato costituzionale con una riforma ispirata ai principi di universalismo e solidarietà, per garantire servizi sanitari gratuiti per tutti.
La sfida del Covid-19 ha accentuato le diseguaglianze già esistenti: di territorio, di condizione sociale ed economica, di sapere per accedere ai servizi sanitari e sociali.
Oggi la sfida che ci consegna il contrasto alla pandemia è altrettanto impegnativa. In una fase di straordinarie scoperte nella ricerca scientifica e nelle tecnologie biomediche ed ICT applicate ai percorsi di cura e di assistenza, si pone il problema di combinare in modo virtuoso queste nuove opportunità con le competenze professionali da riconoscere ai professionisti della sanità che devono rimanere attori delle funzioni valutative e decisionali per i nuovi percorsi clinici. E inoltre quali nuove frontiere etiche e valoriali perché la “persona” adeguatamente informata possa essere responsabile del proprio percorso di cura e della valutazione di appropriatezza, efficacia, esito.
Una Nuova visione strategica, dunque, Nuovi orizzonti a breve e medio periodo per rapportare ad essi scelte e soluzioni dell’oggi. E fare questo ascoltando in primo luogo e condividendo con chi opera in corsia e nei territori, che più di tutti sanno promuovere cultura e fabbrica del “Fare”.
La bussola orientata verso una “rinascita e riorganizzazione” del sistema a dimensione dei veri bisogni di salute dei cittadini.
GLI ARGOMENTI PRINCIPALI
Risultati delle attività svolte e gestione della fase di convivenza con il virus.
Rapporto tra scienza e decisori istituzionali: cosa insegna l’esperienza Covid-19.
Un confronto su come pensare a costruire la sanità dei prossimi anni; programmi e progetti di investimento dei fondi europei perché sanità e scienze della vita possano essere paradigma di un nuovo sviluppo economico, sociale, tecnologico.
Cosa non dimenticare della pandemia.
Racconti, idee, proposte. Riconoscimento e valorizzazione del lavoro, professionalità, nuovi ruoli e competenze. Da eroi a protagonisti: investire sul capitale umano per un cambiamento culturale e di nuove relazioni nelle decisioni cliniche. Per una medicina “mite”, di vicinanza per non lasciare sole le persone, soprattutto le più fragili.
Tecnologico – dotato delle tecnologie più innovative ed appropriate
Smart – flessibile nella organizzazione di aree e percorsi separati ed aperto al territorio
Sano – rigoroso nel rispetto delle metodologie di prevenzione e controllo delle infezioni
Sicuro e verde – con il rispetto delle norme antisismiche e di controllo delle emissioni a tutela dell’ambiente
È la vera sfida su cui si gioca il futuro. Le prime decisioni del Ministero vanno nella direzione giusta: una rete vera fra territorio-ospedale-territorio per intercettare e controllare il virus e gestire al meglio le malattie croniche.
Investire nel “valore” della sanità e nello sviluppo delle scienze della vita come paradigma di un nuovo sviluppo economico-sociale, più attento alla natura, all’ambiente, all’equilibrio tra tutte le forme di vita, alla identità dei vari territori.
A questo devono concorrere tutti gli stakeholders con un’azione comune ed obiettivi condivisi degli attori pubblici (Ministero della Salute, Regioni, Comuni), delle componenti del privato sociale, del mondo delle imprese private attente oggi più che mai anche alla loro responsabilità sociale.
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